Amare, vivere e rispettare la montagna

La montagna è uno dei luoghi più amati per le vacanze estive, soprattutto per chi vuole godersi la natura e una temperatura più mite. È un dato positivo per chi si occupa di turismo, albergatori e ristoratori che hanno la possibilità di prendere fiato dopo alcune stagioni invernali deludenti, quelle che generalmente sono considerate fondamentali per il sostentamento delle montagne “attrezzate”.

Nei fatti accade che, per poco più di un mese, le terre alte sono sconvolte da una quantità di montanari-cittadini alla ricerca di Heidi e delle sue caprette, che usano e consumano la montagna. E in questa moltitudine ci sentiamo protagonisti anche io che amiamo l’ambiente montano, in realtà in tutte le stagioni, e come molti compari siamo cresciuti col mito della pastorella svizzera.

Dell’influenza di Heidi sul turismo montano sono stati fatti diversi studi e scritte diverse tesi di laurea. Il tema è interessante perché buona parte dell’immaginario popolare e collettivo della montagna arriva proprio dal pennello di Miyazaki, padre elettivo della pastorella, per cui la montagna è fatta di prati verdi, paesaggi immensi, placidi ruscelli e tempo per sdraiarsi a contemplare le nuvole. Perfetto per una vacanza, o per un gioco su smartphone, ma la montagna esiste tutto l’anno e sebbene il turismo sia ad oggi una risorsa importante, non basta per rendere la vita in montagna sostenibile e poetica.

Questa estate, per rimanere vicini temporalmente, ci ha mostrato chiaramente i problemi della mala gestione del territorio e delle montagne, anche quelle più gettonate dai turisti: dagli incendi (in Sardegna e Sicilia) alle frane e allagamenti in Romagna, ci mostrano quanto fragile sia questo territorio e quanto lavoro sia necessario e impellente ben progettare e ben realizzare.

La sostenibilità dalla montagna è trasversale perché più che in altri territori l’equilibrio tra natura e persone è in uno stretto legame quotidiano. È quindi fuor di dubbio che questo equilibrio sia da cucire, ricucire e recuperare ed è realistico affermare che è qui che si gioca la sfida della modernità.
Dal management dei territori montani dipende la sostenibilità di tutte le comunità: pensiamo alla gestione dell’acqua in primis, ma anche a quella del legname, senza avventurarci sul tema della produzione dell’ossigeno dell’aria che respiriamo. Possiamo quindi affermare che la vita di ciascuno di noi è imprescindibilmente legata al benessere dei boschi e dei versanti montani.

Teniamo anche contro che il peso della gestione territoriale dipende da chi sta a monte per cui è in questi luoghi che occorre creare i vantaggi e le condizioni ottimali per rendere la montagna un bel posto dove vivere, non solo ad agosto o nelle vacanze di Natale, perché la gestione del territorio si può fare se le persone nel territorio ci vivono e le presiedono!

Parliamo di opportunità di lavoro e di infrastrutture, dalle connessioni internet fino alle scuole e ai mezzi pubblici, parliamo di proposte culturali e luoghi di aggregazione di qualità, quei servizi alla cittadinanza che sulla carta sono tanto cari alla politica. Tutto per concorrere ad una alta qualità della vita. Per dare qualche misura, in Italia i comuni classificati come totalmente montani nel 2017 (Rapporto Montagne Italia) erano 3.471 (il 43,4% del totale dei comuni italiani) ed ospitavano una popolazione di 8.900.529 abitanti (il 14,7% della popolazione nazionale) su una superficie di 147.531,8 kmq (il 48,8% del territorio nazionale) con una densità di 60,3 abitanti/kmq rispetto ad un valore medio nazionale di 200,8.

 

È quindi ovvio che la montagna è molto più vicina di quel che pensiamo.

La Consapevolezza: come organizzarsi per essere sostenibili

Premessa: per essere sostenibili bisogna prima di tutto voler essere consapevoli.

Nessuno nasce esperto, si impara piano piano e si adatta tutto alla nostra vita e sensibilità.
Ogni cambiamento è un’avventura che porta curiosità e carica positiva. Certo, cambiare abitudini richiede impegno, soprattutto per trasformare le novità in routine consolidate, ma ne vale la pena. Una cosa che ho capito nel tempo è che la sostenibilità è come una coperta corta: non possiamo essere completamente sostenibili in tutto. Anche solo coltivare, trasformare, cucinare, vestirsi (ma anche respirare!) ha un impatto sul pianeta.

La chiave per riuscire nel cambiamento è fare scelte che siano “giuste per noi”, perché ciò che è importante per me potrebbe non esserlo altrettanto per un altro. Faccio qualche esempio estremamente semplificativo: per Gina potrebbe essere importante l’utilizzo prodotti biologici nella gestione delle coltivazioni, per Pino invece è fondamentale il rispetto del lavoro delle persone, per Tina è imprescindibile il rispetto degli animali, per Lino il portafoglio ha la priorità, Rino invece ritiene vitale il rispetto della biodiversità.
Ognuno ha il suo focus, ma alla fine, tutti puntiamo a un obiettivo comune: fare bene (e mangiare bene) per noi e per il pianeta, anche se questo “bene” ha diverse sfaccettature.

Altro punto fondamentale, darsi tempo, che anche questo è diverso per ciascuno di noi. La maggior parte delle nuove scoperte ci entusiasmeranno, e questo aiuterà moltissimo, ma talvolta saranno più complesse. Prendiamoci anche un giorno “di vacanza”, ma poi manteniamo alta la curiosità informandoci ed ascoltando i consigli degli chef e degli esperti, ovviamente adeguandoli al nostro quotidiano.

Prendere coscienza della visione originale di ciascuno è il primo passo verso una vera consapevolezza.

Portulaca, una deliziosa scoperta a portata di mano

Portulaca oleacea, pianta povera dal bellissimo nome volgare: erba porcellana

Forse non ci abbiamo mai fatto caso ma i nostri orti e giardini sono ricchi di una pianta silenziosa, nutriente e benefica per i terreni e per le persone.

La Portulaca cresce spontaneamente, ed è considerata una infestante. In realtà protegge i suoli degli orti dalla disidratazione perché pian piano ricopre gli spazi “vuoti” tra gli ortaggi e tra i fiori. Ho scoperto che le foglie di portulaca sono ricche di proteine, che possono raggiungere percentuali fino al 40% del peso secco, oltre che di vitamine e minerali. Ma è nota soprattutto per la presenza di acidi grassi essenziali omega-3, dalle proprietà antinfiammatorie e utili per la prevenzione di malattie cardiovascolari.

Ha gambo succulento e foglie carnose, un sapore leggermente acidulo e sapido che si differenzia dalle piante commestibili a cui siamo abituati.

L’ho trovata ieri nell’aiuola del mio condominio, un’aiuola semi abbandonata che in primavera regala fiori a rotazione, cominciando dai tulipani, gli iris, le magnifiche calle, ma anche i fiori di aglio, una meraviglia, che oltretutto ci ha salvato l’umore nella splendida primavera del 2020, durante la pandemia.

Quella di ieri era una portulaca giovane, da poco germogliata per le abbondanti piogge (aimè), perfetta per un pesto originale. Gli ingredienti, gli stessi di tutti i pesti, ma è proprio lei a fare la differenza: olio, pinoli o comunque frutta secca, un po’ di sale (poco perchè la portulaca è già sapida), aglio per chi vuole e parmigiano.

Le foglioline si possono utilizzare nelle insalate, i gambi sono perfetti per le zuppe, oltretutto è ricca di mucillagine per cui aiuta anche ad addensare. La portulaca va benissimo per essere spadellata ma anche in agrodolce, come accompagnamenti,  oppure come ingrediente principale di una frittata. Le parti verdi della pianta si possono far essiccare, così da poter essere conservate e consumate durante l’inverno!

 
Le ricette le trovate ovunque in rete.

Un bellissimo Festival del Recupero 2024

Con il cuore pieno di gratitudine e soddisfazione, vogliamo ringraziare tutt* coloro che hanno reso questa edizione del Festival del Recupero un evento straordinario!

Un’edizione in crescita che ha contato più di 2500 accessi dal venerdì alla domenica, popolando il borgo di Pianetto di Galeata di appassionati e curiosi. Dalle Cene del Recupero sold out, al successo del Festival del Recupero KIDS che è stato amatissimo dai bambini che hanno partecipato alle molteplici attività. Il mercato degli artigiani ha poi animato la via principale di Pianetto offrendo ai visitatori eccellenti prodotti enogastronomici – e non – da tutta Italia, così come i vignaioli all’interno del chiostro che hanno raccontato e proposto in degustazione i loro vini. Da sottolineare anche il successo dei gelatieri che ci hanno deliziato con i loro gelati creativi e deliziosi! E non dimentichiamoci del consueto appuntamento con il BBQ del sabato sera e il pranzo della domenica con gli chef nel chiostro: anche quest’anno una bomba!

Un grazie speciale va quindi ai soc* della nostra Rete: la vostra passione, il vostro impegno e la vostra instancabile energia hanno fatto sì che anche quest’anno il Festival fosse un successo. Senza il vostro prezioso contributo, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Siete il motore che alimenta il progetto e ci permette di continuare a promuovere i valori del recupero, della sostenibilità e della consapevolezza! Grazie per aver contribuito a creare un’atmosfera così speciale, professionale e familiare allo stesso tempo.

Un ringraziamento grande al Comune di Galeata per il sostegno e a Romagna Acque per la rinnovata fiducia in Tempi di Recupero. A tutto lo staff de l’Osteria La Campanara per un cuore grande e tanta pazienza! E alle Pro Loco di Pianetto e Galeata per l’immancabile e costante aiuto. Berto’sBRX e Moca per il supporto tecnico che ha agevolato l’operato dei professionisti presenti, e a Bonaventura Maschio per i prodotti forniti. Un grazie anche a Slow Food ItaliaCheftoChef Emilia Romagna CuochiBorgo Indie e alla Regione Emilia-Romagna. E grazie a tutti e tutte le volontarie che ci hanno supportato nell’organizzazione e durante il Festival!

Un ringraziamento di cuore va anche a tutti coloro che hanno visitato Pianetto durante questi giorni intensi e festosi. Grazie per aver partecipato alle nostre attività, aver apprezzato le prelibatezze enogastronomiche che il abbiamo offerto. Le vostre presenze, i sorrisi e il calore che ci avete donato hanno reso il Festival un momento di vera condivisione e comunità. È stato bellissimo vedere il paese animarsi, riempirsi di curiosi e appassionati, e i tavoli delle degustazioni affollati di persone!
 
Non vediamo l’ora di rivedervi alla prossima edizione per continuare insieme questo viaggio!