Come riutilizzare efficacemente i fondi di caffè

Il caffè è la bevanda irrinunciabile per molti di noi italiani. C’è chi lo beve sin dal mattino per mantenersi sveglio e attivo durante tutta la giornata, chi se lo concede un paio di volte al giorno, e chi quasi mai e chi esagera. Chi “dopo le 17 niente caffè altrimenti non dormo” e chi se ne tracanna una tazzina dopo cena senza alcuna remora. Chi beve l’americano, il filtrato, l’espresso, il macchiato o il cappuccino o gli specialties. Ognuno di noi ha un rapporto differente con questa bevanda che volente o nolente fa parte della nostra quotidianità,  anche se in realtà arriva da molto lontano.
Diventa quindi importante fare una riflessione in più e cercare di scegliere un prodotto in maniera consapevole, ad esempio che provenga da colture sostenibili e che sia attento al lavoro degno. Ma come? Possiamo fidarci di (piccole) torrefazioni di fiducia e serieteà ricvonosciuto o affidarci alle certificazioni – come ad esempio Fairtrade – che ci guidino nella scelta.

Ora che siamo sicuri di quello che abbiamo acquistato, ogni qualvolta che prepariamo un caffè, produciamo “i fondi”, cioè una materia convenzionalmente considerata di poco valore. Tuttavia i fondi di caffè sono ancora estremamente versatili e utili, ed hanno una ampia gamma di utilizzi che forse ancora non conoscete.

In Giardino

– Concime
I fondi di caffè contengono moltissimi minerali – ferro, magnesio, azoto e potassio potassio – che sono ottimi per fertilizzare piante acidofile, come ad esempio le azalee, rose, camelie e rododendri. Potete mescolare i fondi a dell’aqua, lasciarla in infusione ed utilizzarla per annaffiare, oppure spargene un poco sul terreno (occhio però alle muffe), oppure, prima di piantare i fiori, spargetene un paio insieme alla terra e vedrete come cresceranno rigogliosi!

– Per proteggere le piante
Fate seccare i fondi e mescolateli ai semi prima di piantarli oppure spargeteli direttamente nei vasi. Vi aiuteranno a tenere lontani insetti e lumache. 

In Casa

– Pulizia
Strofinate il fondo delle pentole o delle griglie incrostate di grasso con i fondi di caffè, aiutandovi con una spugnetta. In questo modo lo sporco verrà rimosso facilmente e spariranno odori fastidiosi.

– Contro i cattivi odori
Seccate i fondi di caffè e metteteli in una ciotola o un sacchettino di tessuto ben chiuso. In questo modo saranno in grado di eliminare cattivi odori e profumare diversi ambienti come la scarpiera, il frigorifero o anche l’auto!
Avete tagliato dell’aglio o trattato del pesce? Continuate a lavarvi le mani, ma le dita non perdono il cattivo odore? No problem: strofinatevi le mani con il fondo di caffè e poi risciacquatele, risultato assicurato.

– Fai da te
Unite i fondi di caffè con dell’acqua, munitevi di pennello o spazzolino e dipingete i graffi su vecchi mobili in legno scuro. 

Bellezza e Benessere

– Maschera per viso
Mescolate i fondi di caffè essiccati con un cucchiaino di olio di cocco e applicate il composto sul viso per 10 minuti; risciacquate con acqua tiepida.

– Capelli
Ecco l’occorrente per preparare un impacco per i vostri capelli castani o neri:
– due cucchiai di fondi di caffè essiccati
– tre cucchiai di olio, ad esempio di jojoba o di semi di lino
Miscelate gli ingredienti e applicate il composto sui capelli, lasciandolo in posa per mezz’ora prima di sciacquare e lavare la capigliatura. Il processo servirà a rinforzarli e a ravvivare il colore naturale!

La sostenibilità vestita di greenwashing

I francesi chiamano ciò che è sostenibile durable: essere sostenibili significa in effetti far durare nel tempo, “allungare la vita” di quanto produciamo e consumiamo. Sulla durata si fonda anche la necessità di uscire da una logica di pensiero lineare e accumulatrice, che tratta le risorse del pianeta come infinite, per agire invece in un’ottica circolare, valorizzando l’uso integrale delle materie prime, favorendo la produzione del packaging con materiali di riciclo, adottando pratiche agricole rigenerative a ciclo chiuso che non ricorrano a input esterni quale la chimica di sintesi.

Quando nell’accingerci a fare un acquisto vogliamo scegliere l’opzione sostenibile, badiamo che la sostenibilità comunicata abbia un effettivo corrispettivo in quella praticata. Consapevoli del fatto che quest’ultima è un processo lungo e tortuoso che non prende immediatamente forma, ma implica un ripensamento strutturale e sul lungo termine – durable, per l’appunto – che molte aziende non possono aver già fatto.

Per altro la sostenibilità vestita di greenwashing è una pratica pericolosa oltre che ingannevole: marcia sull’ingenuità e sulla mancanza di adeguate informazioni ai cittadini, facendo ricadere sotto l’ombrello della tutela dell’ambiente operazioni che poco hanno a vedere con questo valore.

CONSAPEVOLEZZA COME POTENTE ESERCIZIO DI CITTADINANZA ATTIVA E DI EMANCIPAZIONE

Dobbiamo essere consapevoli del fatto che la sostenibilità non si esaurisce in uno o più semplici gesti, pur significativi; ci impone una vera e propria trasformazione culturale ma anche operativa in cui l’attenzione per l’ambiente diventa una condizione necessaria del vivere comune, non più un fattore alla totale mercé del mercato.

Anzi pensiamo che la consapevolezza rispetto alle scelte alimentari dovrebbe essere considerata un dovere morale da esigere in primis per il rispetto di Noi Stessi. Perché il cibo con cui ci nutriamo è un elemento indispensabile per la cura della nostra salute fisica ma, in virtù del piacere che ci dà il cibo, anche di quella mentale e spirituale.

Essere consapevoli permette di andare oltre a indicatori di qualità “oggettivi”, come possono essere il biologico, il Fairtrade (commercio equo e solidale), il chilometro zero, la denominazione di origine. Essere consapevoli consente di creare una scala di valori che vanno a definire ciò che per ognuno di noi è un cibo buono, pulito e anche giusto: un cibo veramente di Qualità.

I baccelli sono buoni e belli, non buttarli!

Siamo nel pieno della primavera e delicati legumi freschi come fave e piselli crescono rigogliosi nei campi! Sono fra le verdure più emblematiche della stagione e sono molto amate dai più, ma presentano un “inconveniente”: i baccelli. Rappresentano circa il 70% del prodotto e sono, ahinoi, spesso considerati eccedenza e non commestibili. Ma ne siamo proprio sicuri? Ecco i motivi per cui, secondo noi, i baccelli non sono un problema, bensì una risorsa!

Il bel colore verde!

Non ci sono dubbi che sia i baccelli delle fave che dei piselli presentino sfumature verdi molto gradevoli. Gettarli nell’organico ci mette molta tristezza, per cui perché non dar loro vita, facendogli esprimere tutto il loro bel colore? Ecco come!

La versatilità: idee per delle super ricette!

Innanzitutto assicuratevi che i legumi siano stati coltivati senza l’utilizzo di agenti chimici al fine di assicurarvi di star utilizzando una materia prima sana. I baccelli sono molto versatili e se gestiti in maniera molto semplice, possono rendere molto. 

  • Lavate molto bene i baccelli
  • Eliminate i filamenti di congiunzione – sono duri – e l’eventuale picciolo.

Partiamo dalle basi: un bel brodo di baccelli che, in questo caso, non dovete neanche pulire dai filamenti. Si potrà poi utilizzare per cucinare un risotto o come base per minestre e zuppe. È un brodo molto gustoso, ma al tempo stesso delicato.

Con i baccelli bolliti si può preparare una vellutata o una crema per condire, ad esempio, una pasta. Dopo aver bollito i baccelli per circa 3-4 minuti si deve poi centrifugarli. La crema ottenuta si può utilizzare subito, mantenere in frigo per 3-4 giorni o essere congelata ed utilizzata in futuro. La crema di baccelli può essere usata per fare salse e condimenti per primi o secondi piatti. Se non avete una centrifuga potete frullare tutto con un mixer – e un po’ di brodo o acqua –  e poi filtrare la crema, separandola così dalle fibre.

E la parte fibrosa va quindi nell’organi…no!

Si può seccare in forno a 80° per 2-3 ore per far perdere tutta l’acqua. A questo punto è possibile poi frullarle a massima velocità per ridurle in polvere. Utilizzate la farina ottenuta per insaporire polpette, burger vegetali o per dare un tocco di colore ai vostri piatti!

I baccelli di fave si possono anche far saltare in padella per un croccante e gustoso contorno vegetale. Come? Dopo averli lavati e aver rimosso i filamenti, li si deve far bollire per una decina di minuti in acqua salata; poi si fanno saltare in padella con aglio o cipolla per una decina di minuti! Ed ecco pronto il piatto, facile no?

La frittata di scorza di fave è una ricetta calabrese che utilizza appunto i baccelli – previa bollitura – come ingrediente principale del piatto insieme al pecorino! Deliziosa, no?

Un piccolo passo verso l’utilizzo di quinto quarto vegetale. Figo, eh?

Vi abbiamo dato qualche semplice e gustoso suggerimento, ma che possono aiutare ad approcciare il quinto quarto vegetale. Un piccolo passo verso una cucina sostenibile, la valorizzazione degli ingredienti e ad un bidone dell’organico meno pieno!

Aumentare la Consapevolezza

La Consapevolezza è alcune delle tematiche utili ad aumentarla:

LA NOSTRA SALUTE
Sapere che alcuni alimenti sono sani, nelle giuste quantità, tenendo conto della stagionalità. Occorre fare attenzione alle preparazioni che richiedono un elevato consumo di gas o di altra fonte energetica, così come a quelle che depauperano i principi nutritivi benefici.

IL PREZZO
Combinazione tra costo del bene e oscillazioni del mercato. Il mercato locale e la filiera corta sono salvifici per i produttori che hanno la possibilità di proporre i loro beni a prezzi equilibrati.

L’ACQUA
La realizzazione di un prodotto comporta una differente impronta idrica, e l’acqua è indispensabile per la vita. É quindi fondamentale avere la percezione del suo uso per fare scelte consapevoli.

PRODUZIONE CIRCOLARE
L’uso integrale delle materie prime. L’attenzione al prodotto nella sua integrità è il modo migliore per ottimizzare la filiera apportando anche un notevole beneficio economico.

I VALORI ENERGETICI DELLA PRODUZIONE
Costituiscono il peso maggiore nelle prime fasi della filiera, con variabili molto ampie; se derivano, per esempio, da coltivazioni in serra hanno un costo molto diverso da quelle in campo aperto; le coltivazioni intensive hanno valori lontani dalle estensive e, ancora, grandi differenze sono imputabili al luogo, alla giacitura dei suoli, al clima.

IL PACKAGING
Esso può, per esempio, aumentare la vita dei prodotti, ma se questi non sono consumati rendono altamente improbabile un recupero circolare. Non solo, il peso incide considerevolmente sui costi del trasporto, oltre che su quelli vivi della produzione dell’imballaggio stesso. Inoltre, non tutti i materiali sono facilmente biodegradabili. Il rispetto dell’ambiente è quindi figlio di tanti fattori.

Abbiamo sintetizzato alcune delle tematiche principali da tenere in considerazione, ma i punti da affrontare sono sicuramente più ampi e complessi. L’obiettivo è offrire spunti di riflessione – con spiegazioni semplici e dirette – in grado di proporre una visione generale per avere un approccio consapevole.