Chiedi la Family Bag!

La FAMILY BAG è una occasione d’oro da più punti vista perchè ti da l’occasione di portarti a casa quello che non mangi più.

Può succedere che non hai più appetito, che per golosità hai ordinato troppe pietanze, che per un contrattempo hai meno tempo del previsto, oppure che è così buono che vuoi farlo assaggiare a qualcuno a casa. Se chiedi la FAMILY BAG hai l’opzione di mangiare il tuo piatto preferito anche in un secondo momento.

Il ristoratore è orgoglioso che tu voglia portare con te tutto ciò che hai ordinato, significa che hai apprezzato!

Significa anche che tutto ciò che è cucinato ha valore, e per il bene di tutti va utilizzato fino in fondo.

Ciò che rimane nel piatto ha il solo destino di diventare un rifiuto.

 

Recuperare energia: non solo a tavola!

Cucinare un alimento in forno o in padella? Acquistare un arancio israeliano o siciliano? Proteggere un alimento con un film plastico o con una pellicola alimentare in cera d’api? Queste e molte altre sono scelte che facciamo quotidianamente. Ognuna di esse sembra marginale, quasi insignificante, ma in realtà ha un profondo impatto se sommata a tutte le altre. Prendiamo l’utilizzo della pellicola di plastica, immaginando di usarne solo una quarantina di centimetri alla settimana: in un anno ne avremo consumata circa 20 metri! Questo materiale non solo ha un impatto sul pianeta nel momento dello smaltimento, ma sin dal principio, cioè dall’estrazione della materia prima, passando per la produzione e il trasporto e così via. Questo approccio che prende in considerazione l’intera vita di un prodotto e l’impatto ambientale, sociale ed economico che genera, è definito “Life Cycle Thinking”. 

L’energia è alla base di tutto

Il consumo e la gestione dell’energia è un concetto ampissimo, che va dalle piccole azioni quotidiane, all’approccio di una piccola azienda, passando per le multinazionali, fino alle politiche di un stato. Il concetto stesso di energia non è facilmente definibile e se ne potrebbe parlare in modi diversi, ad esempio il tipo di energia che sia da fonte rinnovabile o no, oppure il tipo di processo in cui è impiegata, e ancora l’impatto paesaggistico nel produrla e così via.

Per restringere il campo, vi diamo qualche piccolo consiglio quotidiano inerente al nostro ambito principale: il cibo e la cucina.
La raccolta differenziata

Smaltire in maniera corretta i rifiuti comporta un impatto minore sul pianeta e permette la pratica del riciclo. Dubbi su dove smaltire alcuni imballaggi o rifiuti? Fatevi aiutare dalle app apposite – tipo Junker – e consultate il sito del vostro comune – i comuni possono aver regole differenti in fatto di differenziata. Ah, non scordiamoci di smaltire gli oli esausti correttamente e non scolandoli nel lavandino.

Illuminazione

Giusto averla in cucina mentre si armeggia ai fornelli, sia per avere grandi idee che poterci vedere per metterle in pratica. Consigliamo l’utilizzo di lampadine a led che consumano circa il 90% in meno di quelle alogene e circa il 66% in meno rispetto a quelle fluorescenti.

Elettrodomestici

 Forno
È uno degli elettrodomestici più utili, ma costosi dal punto di vista energetico. Per limitare l’uso di energia ci sono dei piccoli accorgimenti:

  • si possono cuocere più pietanze contemporaneamente
  • non sempre è necessario preriscaldarlo
  • sfruttare il mantenimento della temperatura post spegnimento per completare la cottura
  • aprire il forno il meno possibile per evitare dispersione di calore.

Fornelli
Quelli a induzione hanno un rendimento che arriva al 90%. Ad esempio, un litro di acqua comincia a bollire in 3-4 minuiti contro gli 8-9 di un fornello a gas. A proposito di bollire, qui vi abbiamo raccontato come cuocere la pasta spegnendo il gas!

Lavastoviglie
Utilizzarla a pieno carico e partire dal presupposto che una lavastoviglie consuma meno acqua e detersivo del lavaggio a mano. Evitare l’asciugatura, se possibile: far asciugare le stoviglie con la naturale circolazione dell’aria.

Teniamo presente, inoltre, che molti elettrodomestici consumano energia anche quando non sono in funzione: attenzione quindi allo stand-by che può pesare in casa dal 10 al 16% dei consumi in bolletta elettrica!

Spesa intelligente

Comprare solo ciò che è necessario e che verrà consumato prima della scadenza. In questo modo l’impatto ed il consumo energetico della vita di ogni ingrediente verrà sfruttato e valorizzato. Ne abbiamo parlato qui.

Plastica

Diminuirne l’uso il più possibile, soprattutto quella usa e getta, ad esempio comprando prodotti sfusi – dal detersivo ai legumi, dalla pasta ai biscotti – o utilizzando la pellicola alimentare in cera d’api – ne abbiamo parlato qui. La plastica ha un forte impatto ambientale, dalla produzione fino allo smaltimento, spesso complesso e dispendioso, e alla difficoltà nel riciclarla.

Amare, vivere e rispettare la montagna

La montagna è uno dei luoghi più amati per le vacanze estive, soprattutto per chi vuole godersi la natura e una temperatura più mite. È un dato positivo per chi si occupa di turismo, albergatori e ristoratori che hanno la possibilità di prendere fiato dopo alcune stagioni invernali deludenti, quelle che generalmente sono considerate fondamentali per il sostentamento delle montagne “attrezzate”.

Nei fatti accade che, per poco più di un mese, le terre alte sono sconvolte da una quantità di montanari-cittadini alla ricerca di Heidi e delle sue caprette, che usano e consumano la montagna. E in questa moltitudine ci sentiamo protagonisti anche io che amiamo l’ambiente montano, in realtà in tutte le stagioni, e come molti compari siamo cresciuti col mito della pastorella svizzera.

Dell’influenza di Heidi sul turismo montano sono stati fatti diversi studi e scritte diverse tesi di laurea. Il tema è interessante perché buona parte dell’immaginario popolare e collettivo della montagna arriva proprio dal pennello di Miyazaki, padre elettivo della pastorella, per cui la montagna è fatta di prati verdi, paesaggi immensi, placidi ruscelli e tempo per sdraiarsi a contemplare le nuvole. Perfetto per una vacanza, o per un gioco su smartphone, ma la montagna esiste tutto l’anno e sebbene il turismo sia ad oggi una risorsa importante, non basta per rendere la vita in montagna sostenibile e poetica.

Questa estate, per rimanere vicini temporalmente, ci ha mostrato chiaramente i problemi della mala gestione del territorio e delle montagne, anche quelle più gettonate dai turisti: dagli incendi (in Sardegna e Sicilia) alle frane e allagamenti in Romagna, ci mostrano quanto fragile sia questo territorio e quanto lavoro sia necessario e impellente ben progettare e ben realizzare.

La sostenibilità dalla montagna è trasversale perché più che in altri territori l’equilibrio tra natura e persone è in uno stretto legame quotidiano. È quindi fuor di dubbio che questo equilibrio sia da cucire, ricucire e recuperare ed è realistico affermare che è qui che si gioca la sfida della modernità.
Dal management dei territori montani dipende la sostenibilità di tutte le comunità: pensiamo alla gestione dell’acqua in primis, ma anche a quella del legname, senza avventurarci sul tema della produzione dell’ossigeno dell’aria che respiriamo. Possiamo quindi affermare che la vita di ciascuno di noi è imprescindibilmente legata al benessere dei boschi e dei versanti montani.

Teniamo anche contro che il peso della gestione territoriale dipende da chi sta a monte per cui è in questi luoghi che occorre creare i vantaggi e le condizioni ottimali per rendere la montagna un bel posto dove vivere, non solo ad agosto o nelle vacanze di Natale, perché la gestione del territorio si può fare se le persone nel territorio ci vivono e le presiedono!

Parliamo di opportunità di lavoro e di infrastrutture, dalle connessioni internet fino alle scuole e ai mezzi pubblici, parliamo di proposte culturali e luoghi di aggregazione di qualità, quei servizi alla cittadinanza che sulla carta sono tanto cari alla politica. Tutto per concorrere ad una alta qualità della vita. Per dare qualche misura, in Italia i comuni classificati come totalmente montani nel 2017 (Rapporto Montagne Italia) erano 3.471 (il 43,4% del totale dei comuni italiani) ed ospitavano una popolazione di 8.900.529 abitanti (il 14,7% della popolazione nazionale) su una superficie di 147.531,8 kmq (il 48,8% del territorio nazionale) con una densità di 60,3 abitanti/kmq rispetto ad un valore medio nazionale di 200,8.

 

È quindi ovvio che la montagna è molto più vicina di quel che pensiamo.

Trippa di pesce in umido

Jacopo Ticchi è lo chef ai fornelli di Da Lucio Trattoria, concept che nasce dall’idea di servire il miglior pesce del mare romagnolo, con la consapevolezza e la coscienza del nuovo millennio. La cucina di Trattoria Da Lucio si distingue per l’utilizzo di solo pescato locale quasi esclusivamente di grande pezzatura il cui gusto e consistenza vengono esaltati grazie alla tecnica della frollatura a secco – Dry Aged. Il locale è Trattoria: la cucina è al servizio del gusto, della concretezza, della verità e dello spreco zero. E’ importante riuscire a esaltare anche le parti meno nobili del prodotto: le frattaglie diventano infatti uno dei protagonisti del menu.

 
“Recupero e valorizzazione di un’interiora del pesce quasi mai utilizzata, che anche cucinata in modo semplice regala tanta emozione”

Ingredienti

  • 500g stomaco di pesce
  • 100g guanciale o pancetta
  • 50g carote
  • 100g cipolla
  • 50g sedano
  • 50ml marsala
  • 50ml vino bianco
  • 300g pomodori pelati
  • 30ml olio evo
  • 20g parmigiano reggiano
  • Alloro
Procedimento

Lavare bene lo stomaco con acqua corrente e sale per eliminare tutte le impurità. Poi far bollire lo stomaco in acqua acidulata per circa un ora, in base alla pezzatura. Una volta ben cotto lasciar raffreddare.

Tagliare lo stomaco a striscioline e farlo rosolare in un tegame largo con il guanciale, il sedano, la carota e la cipolla tutto tagliato a cubettini con l’olio evo. Sfumare con il marsala e il vino bianco e aggiungere i pelati.
Lasciar cuocere per 30 minuti.

Servire ben calda con il parmigiano grattugiato e un filo d’olio.

 

Foto di Lido Vannucchi

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