Ci siamo abituati ad utilizzare il latte vegetale che, se inizialmente era un prodotto per fronteggiare allergie ed intolleranze, oggi ha preso piede in una grande quantità di famiglie. 

I latti vegetali per legge non possiamo definirli “latte”, perché non derivano dalle ghiandole mammarie di un animale. Sulle confezioni sono chiamate “bevande” anche se nel gergo colloquiale la denominazione “latte” rimane prioritaria. L’unica eccezione nella denominazione è per il latte di mandorle, forse perché storicamente proviene da una tradizione almeno medievale, soprattutto in riferimento alla dieta quaresimale.

Qualsiasi sia il vegetale da cui provengono: riso, avena, mandorle, anacardi, cocco, sorgo, soia, e chi più ne ha più ne metta, è un dato di fatto che la bevanda sia costosa, sia economicamente che come impronta ecologica. Chiunque se ne nutra quotidianamente ha presente la quantità di rifiuti che genera, soprattutto Tetra Pack, ma anche la plastica dei tappi. 

Guardando attentamente la confezione ci siamo immaginati i procedimenti articolati per produrla, processi che si possono evitare, se si prepara il latte vegetale a casa. E ci sono anche diversi vantaggi.

Innanzitutto, il poter utilizzare un prodotto fresco, anziché UHT. Avere inoltre maggior controllo delle materie prime, perché possiamo scegliere noi dove acquistare l’ingrediente principale. Infine, dalla sua produzione, oltre la bevanda, si ottiene una materia prima perfetta in molte preparazioni che mantiene molte proprietà nutrizionali.

Vi proponiamo la ricetta del latte di mandorle, ma il procedimento può essere applicato in maniera simile a qualsiasi altro tipo di bevanda vegetale. 

 

LATTE DI MANDORLE (dose da 500 ml):

50g di mandorle spellate
500 ml di acqua filtrata
Un pizzico di sale
Mezzo cucchiaino di vaniglia (o più) oppure un dolcificante naturale

Lasciare le mandorle in ammollo per una notte, scolarle (l’acqua di risulta è perfetta per annaffiare l’orto e le piante) e metterle in un mixer aggiungendo l’acqua filtrata (o tenuta in una caraffa per tutta la notte), e il pizzico di sale. Frullare per almeno un minuto fino ad ottenere un composto liscio, o comunque fino a che le mandorle non si saranno ridotte in granella.

Sistemare un sacchetto filtrante per latte vegetale o una garza per formaggi sopra una ciotola capiente e, facendo attenzione, versate il composto attraverso il tessuto. Chiudete il sacchetto e strizzatelo delicatamente in modo da separare il liquido dalla parte solida. Infine, aggiungete la vaniglia o il dolcificante.

Il latte vegetale si può conservare nel frigorifero per tre o quattro giorni in un contenitore a chiusura ermetica.

La parte solida risultante da mandorle o cocco, può essere utilizzata come base per torte, budini, pancake e biscotti. Ma anche in aggiunta ad un pesto vegetale. Per il latte di riso, occorre stracuocere il riso stesso, per poi farlo raffreddare una mezz’oretta. Dopo di che, frullare e filtrare. Per i cereali e i legumi, è più semplice utilizzare i fiocchi, anche perché in questo caso non occorre l’ammollo e neppure la cottura. La parte solida può essere base per preparazioni salate come polpette e polpettoni.

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