Trippa di pesce in umido

Jacopo Ticchi è lo chef ai fornelli di Da Lucio Trattoria, concept che nasce dall’idea di servire il miglior pesce del mare romagnolo, con la consapevolezza e la coscienza del nuovo millennio. La cucina di Trattoria Da Lucio si distingue per l’utilizzo di solo pescato locale quasi esclusivamente di grande pezzatura il cui gusto e consistenza vengono esaltati grazie alla tecnica della frollatura a secco – Dry Aged. Il locale è Trattoria: la cucina è al servizio del gusto, della concretezza, della verità e dello spreco zero. E’ importante riuscire a esaltare anche le parti meno nobili del prodotto: le frattaglie diventano infatti uno dei protagonisti del menu.

 
“Recupero e valorizzazione di un’interiora del pesce quasi mai utilizzata, che anche cucinata in modo semplice regala tanta emozione”

Ingredienti

  • 500g stomaco di pesce
  • 100g guanciale o pancetta
  • 50g carote
  • 100g cipolla
  • 50g sedano
  • 50ml marsala
  • 50ml vino bianco
  • 300g pomodori pelati
  • 30ml olio evo
  • 20g parmigiano reggiano
  • Alloro
Procedimento

Lavare bene lo stomaco con acqua corrente e sale per eliminare tutte le impurità. Poi far bollire lo stomaco in acqua acidulata per circa un ora, in base alla pezzatura. Una volta ben cotto lasciar raffreddare.

Tagliare lo stomaco a striscioline e farlo rosolare in un tegame largo con il guanciale, il sedano, la carota e la cipolla tutto tagliato a cubettini con l’olio evo. Sfumare con il marsala e il vino bianco e aggiungere i pelati.
Lasciar cuocere per 30 minuti.

Servire ben calda con il parmigiano grattugiato e un filo d’olio.

 

Foto di Lido Vannucchi

Tuttocarciofo su bruschetta morbida

Pellegrino Artusi, padre riconosciuto della moderna cucina e grande divulgatore della lingua Italiana, grazie al suo manuale La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, nasce in Emilia-Romagna a Forlimpopoli (FC), il 4 agosto 1820 e muore a Firenze il 30 marzo 1911. Proprio nel paese natale, Forlimpopoli, nominato dal famoso gastronomo esecutore testamentario, nasce Casa Artusi, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana.

Ingredienti

per 2 persone

 

  • 4 carciofi con gambo
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1 mazzetto di nepitella ed erbe aromatiche
  • 1 ciuffo di crescione selvatico
  • Mezzo pane (circa 300 g) del giorno prima tagliato a fette
  • Brodo vegetale o acqua
  • 1 spicchio d’aglio
  • Olio EVO
  • Sale e pepe
Attrezzature occorrenti

Coltellino per pulire le verdure
Tagliere
Ciotola con acqua e limone
Teglia da forno x2
Frullatore a immersione
Setaccino
Pentola per brodo
Tegame con coperchio x2
Colino
Coltello da pane

 
Procedimento

Pulire i carciofi dalle foglie più esterne e dalle punte superiori. Tagliare il gambo e pelarlo. Mettere i cuori dei carciofi e i gambi pelati in acqua gasata e succo di limone perché non si anneriscano. Le foglie più tenere andranno in forno a 80/90° fino a tostatura (circa un’ora). Quando saranno secche frullare e setacciare ottenendo una polvere di carciofo.

Le parti più esterne e i ritagli del gambo andranno a fare il brodo.

Asciugare e condire i carciofi con olio, sale, pepe e nepitella e cuocere sottovuoto a bassa temperatura (86° per 1 ora) oppure cuocere in un tegame con fuoco basso e un goccio di acqua sul fondo, chiuso con il coperchio, fino a cottura e sfumando con il vino bianco (circa 15/20 minuti, dipende dalla grandezza dei carciofi).

Filtrare il brodo dei carciofi e cuocervi i gambi pelati. Scolarli e frullarli, passando la crema al colino per evitare grumi.

Prendere i cuori di carciofo già cotti – aprirli a fiore ovvero allargando le foglie delicatamente – e arrostire la parte piatta al tegame o alla griglia.

Condire le fette di pane con un trito di erbe, olio, sale e pepe e strisciando l’aglio. Tagliarle a pezzettoni.

Tostare il pane in forno o sulla griglia fino a doratura. Cuocere il pane aggiungendo brodo per 10 minuti e frullare, creando una crema abbastanza densa.

Filtrare per togliere eventuali grumi e aggiustare di sale.

Impiattare con la bruschetta morbida sulla base, qualche ciuffo di crema di gambi, la polvere sparsa e al centro i due fiori.

Finire con crescione selvatico, una grattata di pepe e un filo d’olio evo.

Crepinette di verza e cappuccio con fondo bruno di verdure

Pellegrino Artusi, padre riconosciuto della moderna cucina e grande divulgatore della lingua Italiana, grazie al suo manuale La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, nasce in Emilia-Romagna a Forlimpopoli (FC), il 4 agosto 1820 e muore a Firenze il 30 marzo 1911. Proprio nel paese natale, Forlimpopoli, nominato dal famoso gastronomo esecutore testamentario, nasce Casa Artusi, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana.

Ingredienti

per 2 persone

  • 6 foglie esterne di cavolo cappuccio e/o verza
  • 1 rete di maiale
  • 1 uovo
  • 100g di Parmigiano Reggiano DOP
  • Lesso del brodo (gallina, lingua, magro) macinato o tagliato fine
  • 50g di pane ammollato nel latte e ben strizzato
  • Scarti di verdure (no radicchio e no carciofi)
  • Olio EVO
  • Sale e pepe
  • Volendo insalatina di accompagnamento
Attrezzature occorrenti

Ciotola per impastare il ripieno
Ciotolina per mettere in ammollo il pane
Pentola con acqua bollente
Ciotola con acqua e ghiaccio
Coltellino da verdura
Tagliere
Padella
Forchette o pinze
Pentola per fondo di verdure
Panno non trattato per filtrare

 
Procedimento

Preparare un impasto abbastanza sodo con il lesso (in alternativa un trito di frattaglie di maiale), l’uovo, parmigiano e il pane precedentemente ammollato e strizzato bene, sale e pepe.

Lavare e sbollentare per un paio di minuti le foglie dei cavoli e fissare il colore in acqua e ghiaccio. Asciugare bene. Eliminare la parte centrale più legnosa (che può andare nel fondo di verdura). Salare le foglie e mettere al centro un cilindretto di impasto.

Chiudere prima dai lati e poi avvolgere a creare un involtino. Stendere la rete di maiale e arrotolarci dentro l’involtino facendo due giri e chiudendo bene ai lati. Cuocere la crepinette in padella, girandola e cuocendola omogeneamente finché la rete sarà ambrata e quasi trasparente.

Mettere in pentola gli scarti delle verdure, partendo da acqua fredda e cuocere a fuoco lento per 4 ore. Filtrare con un panno naturale e ridurre a fuoco lento fino ad ottenere la stessa consistenza (ed il colore) di un fondo bruno di carne. Non aggiungere sale.

Impiattare la crepinette condendo con il fondo e, volendo, accompagnare con un’insalatina di erbe spontanee e verdure di stagione.

Le lasagne dolci di Anita!

Anita, azdora romagnola doc, prepara la sua specialità di Carnevale: le lasagne dolci!

Come molti dolci di carnevale in ogni luogo hanno un nome diverso, queste per esempio sono conosciute anche come tagliatelle dolci fritte, sono una golosità da non farsi scappare! Ce ne sono di varie versioni anche con bucce di agrumi canditi che sono un doppio recupero.

Anita è una recuperatrice da sempre, e per adagiare le tagliatelle appena cotte utilizza il sachetto della farina, perfetto per assorbire l’olio in eccesso, senza appiccicarsi al fritto. Da provare assolutamente!

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