Il Ramadan è il periodo dell’anno in cui le persone di religione musulmana praticano un mese di purificazione e spiritualità che si esprime in maniera pubblica con la pratica del digiuno. Cade il nono mese del calendario islamico, reso doppiamente sacro dall’Islàm per il fatto che è “Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza” (Sura II, v. 185).
Quest’anno è iniziato il 13 aprile e si concluderà il 12 maggio.
Benché il digiuno, durante il sacro mese di Ramadan, sia atto basilare di culto, alcune categorie di persone ne sono esentate: i minorenni non ancora puberi, le persone anziane, i malati cronici, i viaggiatori, le donne in vari momenti, come in stato di gravidanza, in allattamento, durante il ciclo mestruale e in puerperio.
Per tutti gli altri, in questo periodo è fatto obbligo astenersi da qualsiasi cibo “dal momento in cui si può distinguere un filo nero da uno bianco fino all’attimo successivo al tramonto”.
Il pasto prima dell’alba è chiamato suḥūr, e consiste di poche portate leggere, come una colazione, magari con yogurt, uova che danno senso di sazietà e frutta che contiene molta acqua. Tradizione vuole che prima dell’alba la gente venga svegliata dai giovani che corrono lungo le strade battendo sui tamburi per ricordar loro di mangiare prima della giornata di astinenza. Il digiuno, la sera, viene rotto mangiando 3 datteri seguendo l’esempio di Maometto, o pezzetti di frutta come mele e meloni. Il pasto dopo il tramonto è detto ifṭār, e deve sostenere le forze della persona durante tutta la giornata, sebbene tutto debba avvenire nel decoro e con moderazione, senza esagerazioni. Infatti, in questo mese si mangia meno della metà di un pasto solito.
Nel pasto principale serale di solito si alternano tre portate, la prima costituita da un numero dispari di datteri, la seconda da una zuppa a base di lenticchie, pollo, avena e patate. La terza portata, in genere, è la più abbondante e varia, con carne, molte verdure e formaggi. La notte, se lo si desidera, si possono consumare frutta, dolci, e bere succhi di frutta. Va sottolineato però che in alcuni Paesi vigono regole più restrittive come in Iran dove per l’ifṭār ci si può sfamare con il čai (un tè), il pane nun, il panir (un formaggio), verdura fresca, qualche dolce tradizionale e, naturalmente, datteri.
L’ingrediente principale resta, però, la convivialità: un iftar senza ospiti non è un vero iftar, perchè durante il mese del Ramadan la preghiera collettiva e il pasto conviviale sono aspetti primari, infatti uno dei caratteri religiosi più importanti per la società musulmana è l’ideale dell’ospitalità, soprattutto se legato alla condivisione sociale e alla misericordia.
Il Ramadan si conclude con la Festa della Rottura (Īd al-Fitr) di due giorni che celebra la fine del digiuno con preghiere, attività sociali e naturalmente pasti conviviali!