L’ortaggio migliore è quello di stagione.
Una positività da ogni punto di vista: del gusto, delle proprietà, etico, economico. Eppure, con un retaggio di qualche secolo fa, mangiare frutta e verdure fuori stagione pare sia diventata la normalità. Tutto nasce nel seicento, o forse un po’ prima, quando i più grandi reali d’Europa pretendevano per capriccio, di avere a tavola le primizie e i prodotti fuori stagione. In primis i vari Luigi francesi che avevano organizzato una serie di corrieri che dalla costa azzurra portavano ogni bene da una terra ben più fertile e generosa dei freddi dintorni parigini. A colpi di primizie e originalità siamo arrivati alla destagionalizzazione di qualsiasi cosa. Tra serre e aerei possiamo potenzialmente avere sulle nostre tavole qualsiasi cosa in qualunque momento. Un privilegio carissimo e soprattutto insapore. Nessuno cadrà dalle nuvole alla notizia che i frutti migliori sono quelli che maturano sulla pianta, eppure non basta e la comodità con poca riflessione ci offusca la mente e ci fa comprare le zucchine e i pomodori a gennaio e le arance ad agosto! I costi sono molto più alti, le proprietà dell’ortaggio molto più basse, il gusto decisamente appiattito.
Quindi finchè abbiamo le stagioni, non ci resta che tuffarci in esse e regalarci cambi di menù, magari con qualche ricetta che non abbiamo mai provato e con l’uso integrale delle materie prime per sapori e consistenze rinnovate.
Questa è la stagione d’oro delle crucifere e dei cavoli in generale, ma ci sono ancora le zucche, e poi i delicati porri, i radicchi di campo, il radicchio rosso, le coloratissime rape rosse (anche le foglie), il sedano rapa e le radici in genere. Basta sbizzarrirvi, volete qualche ricetta?
