Che fine hanno fatto i Marroni di Marradi?
La situazione si è sbloccata e in qualche modo risolta. Una vittoria, ma non fino in fondo.
L’azienda è stata riacquistata dal precedente proprietario che ha garantito che la fabbrica rimarrà attiva, almeno cinque anni, di più non lo si potrebbe chiedere a nessun imprenditore.
La produzione andrà avanti, con tutti i dipendenti, anche stagionali.
Anche in questo caso c’è un “ma” perché l’Ortofrutticola Marradese, nelle contrattazioni ha perso la produzione del suo fiore all’occhiello, ovvero i marron glacee. La produzione seguirà la filiera dei marroni fino alle preparazioni fresche, per rifornire pasticcerie e altre fabbriche.
Una occasione mancata, perché così si svuotato il contenuto qualitativo che contraddistingueva il territorio, e l’azienda.
Ma una vittoria immediata perché i lavoratori della montagna rimangono al loro posto!
Show Cooking di Tempi di Recupero a sostegno del presidio delle lavoratrici e dei lavoratori di Ortofrutticola marradese
Martedì 18 gennaio 2022
Sostenere i temi del ripopolamento sostenibile della montagna è tra le finalità di Tempi di Recupero.
Parlando con gli amici di Marradi e confrontandoci con gli attori della nostra rete di recuperatori è stata
immediata la spinta ad essere presenti per sostenere questa realtà, che opera in una direzione sana di vita di
montagna.
Abbiamo così ideato un appuntamento che vede protagonisti lo chef Gianluca Gorini (daGorini a San Piero in
Bagno), lo chef Riccardo Agostini (Il Piastrino di Pennabilli), gli chef Chiara Pavan e Francesco Brutto (Venissa
sull’Isola di Mazzorbo a Venezia) e altri amici chef dell’associazione Chef to Chef Emilia Romagna Cuochi e il
sostegno tecnico di Casa Spadoni e i vini di Modigliana – Stella dell’Appennino rappresentati dalla cantina
Mutiliana.
L’appuntamento è per martedì prossimo 18 gennaio dalle 12 alle 15 in cui gli chef proporranno i loro piatti a
tema marroni, al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori organizzato davanti ai cancelli della fabbrica,
Ortofrutticola del Mugello, nella zona industriale di S. Adriano
Marradi è un paese di confine dell’Alto Mugello. È in Toscana ma sullo spartiacque al confine con l’Emilia Romagna sulla via che da Faenza porta a Firenze attraverso il Passo della Colla, quei 100Km del Passatore che caratterizzano la corsa che ogni anno porta fino a 4000 persone ad attraversare a piedi l’Appennino tosco-romagnolo, che quest’anno è protagonista del percorso delle vie di Dante, e della Strada del Marrone del Mugello di Marradi.
Marradi è incastonato nel paesaggio intenso dell’Appennino, quello che il professor Varotto definisce la montagna di mezzo. Meta turistica degli anni ’70 e ’80, oggi conta meno di 3000 abitanti ed è frequentato per pochi giorni all’anno prevalentemente da persone che con questo territorio hanno legami famigliari. Tranne in autunno, perché Marradi è regina del marrone ed ogni anno, per quattro fine settimana consecutivi porta frotte di turisti a degustare il dolce frutto del bosco nelle sue sfumature. I castagneti sono culla del luogo e importante indotto. I marroni di Marradi sono famosi in tutto il mondo e qui c’è la fabbrica di marron glace di qualità, la storica “Fabbrica dei Marroni” oggi “Ortofrutticola del Mugello”
La fabbrica
Anzi, c’era. Perché la proprietà ha deciso di spostare la fabbrica a Bergamo. Malgrado le rassicurazioni date dalla neo-proprietaria Italcanditi (controllata dal fondo Investindustrial) che a pochi mesi dal suo arrivo ha palesato le sue intenzioni: spostare le attività entro il 30 gennaio.
Questo si traduce in 80 lavoratrici stagionali (con contratti da tre a nove mesi) e 9 dipendenti a tempo indeterminato, che rimangono senza lavoro. Si parla tanto e giustamente di ripopolamento della montagna, perché è in questi luoghi che si gioca il futuro dei territori, e chiudere fabbriche fiorenti va nella direzione opposta, di certo è un evento che non può essere ignorato.
Lo stesso presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, afferma: «La chiusura della fabbrica dei marron glace, la Ortofrutticola del Mugello, a Marradi, è inaccettabile. Mi sto attivando per sapere se tale decisione può essere revocata. Non avere a Marradi, in Alto Mugello, una produzione così legata a quel territorio e fonte di sostentamento per un centinaio di lavoratori, è cosa che non si può accettare. Studieremo con l’apporto dell’imprenditoria fiorentina se ci sono soluzioni alternative alla chiusura e alla cessazione di questa produzione, soluzioni che avranno il supporto della Regione».
La montagna
La montagna produce ossigeno, produce legname, e in questo caso produce frutti ad alta resa. Non solo, la tutela dei versanti e del bosco contribuisce a garantire acqua a valle, protegge dalle alluvioni e dalle frane. L’unico modo per gestire la montagna è il ripopolamento che soprattutto oggi si traduce nella necessità di infrastrutture e in una socialità di qualità, ma innanzi tutto è necessario il lavoro. Sono considerazioni consolidate e condivise, per cui non è spiegabile lo spostamento di una attività fiorente in culla ad un territorio da tutelare.