L’acqua potabile è un bene che in Italia è diffuso in tutta la penisola, salvo in alcune particolari e rare situazioni. La utilizziamo a casa, in ufficio, al bar, al ristorante e nei parchi dalle fontanelle. Questo perché l’Italia è effettivamente uno dei paesi europei che ne ha maggiore disponibilità, grazie soprattutto alle Alpi. Nel 2002 solo il 59,9% delle famiglie sosteneva di bere l’acqua da rubinetto, mentre nel 2020 la percentuale è salita fino al 71,6%. Allo stesso tempo è in aumento anche il consumo di acqua minerale in bottiglia.
Consumo acqua in bottiglia
L’Italia rimane infatti uno dei paesi che consuma più acqua in bottiglia: 200 litri all’anno contro i 118 in media in tutti i paesi dell’Unione Europea. Più bottiglie significa più plastica e rifiuti, un maggiore impatto ambientale, oltre a una spesa maggiore.
Nel complesso, rispetto al 2015, la spesa familiare per acqua minerale cresce di più di quella per la fornitura di acqua nelle abitazioni (+22,4% contro +9,2%). Acquista più di un litro di acqua minerale al giorno, nel 2019, almeno un componente nel 65% delle famiglie.

Acqua potabile del rubinetto
Sebbene i dati siano favorevoli, ancora una buona fetta della popolazione italiana è diffidente nei confronti dell’acqua di casa, anche se, come abbiamo sottolineato in precedenza, è quasi nella sua totalità potabile. Detto questo, se proprio non vogliamo bere l’acqua del rubinetto, abbiamo diverse alternative decisamente più sostenibili delle bottiglie di plastica. Quali?
- Acqua in bric, contenitore totalmente riciclabile e composto in buona parte o al 100% di materia vegetale
- Acqua minerale in bottiglie di vetro riutilizzabili
- Sorgenti Urbane
Perché limitare il consumo della plastica monouso?
Perché sono già presenti 150 milioni di tonnellate di plastica nell’oceano, e aumentano dalle 4,8 alle 12,7 tonnellate all’anno! E sapete quali sono i rifiuti plastici più presenti sulle coste? Le bottiglie di plastica di acqua e bibite e i loro tappi. E quelli sui fondali marini? Il 49% è composto da plastica monouso.

La plastica nei mari mette in pericolo la vita della flora e della fauna marina, e di conseguenza anche la nostra salute, in quanto i residui chimici entrano nella catena alimentare di cui non facciamo parte. Ed è anche un gran spreco economico oltre che un danno climatico: pensate che la possibilità di riciclare 1 milione di tonnellate di plastica equivale al togliere dalle strade 1 milione di auto (in termini di emissioni di CO2)!
I motivi per limitare l’uso della plastica quando si ha a che fare con l’acqua sono tanti e potete approfondire i temi sopracitati qui, e soprattuto ricordatevi un piccolo gesto quotidiano: non uscite mai di casa senza la vostra fida borraccia!