Da tempo il tema della sostenibilità è entrato a far parte del linguaggio quotidiano, ma spesso identificato con la tutela dell’ambiente. Se è cresciuta la consapevolezza circa l’acquisto di cibi ritenuti più ecologici, meno lo è sulla sostenibilità sociale dei prodotti agricoli.
Il caporalato vede coinvolti nello stesso dramma braccianti locali e immigrati e nulla sappiamo sulla retribuzione e sul rispetto dei loro diritti. Il fenomeno dello sfruttamento è stato in Italia ignorato per anni fino al 2011quando le istituzioni hanno emanato la legge 196/2016 che considera reato penale l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, e permette di perseguirne i responsabili: “caporali”, aziende agricole e singoli datori di lavoro.
Esistono altre forme di sfruttamento, più subdole e meno visibili, come il lavoro “grigio”, dove un contratto regolare nasconde gli abusi come straordinari e contributi previdenziali non pagati. Per arginare il fenomeno e ridare valore al lavoro va cambiato il modello economico agendo sulla causa che lo determina: il prezzo di vendita.
È il percorso scelto dall’associazione No Cap: agire su tutta la filiera per definire un prezzo giusto che veda soddisfatti tutti gli attori coinvolti, e intercettare il lavoro irregolare, obiettivo reso possibile dalle ispezioni presso le aziende agricole.
Ridare valore al lavoro non può essere una scelta, dev’essere un obbligo morale verso tutti i lavoratori, ma anche verso consumatori spesso attratti dal prezzo “conveniente” o “sotto costo”, ignari che è sulla pelle dei braccianti che si gioca la partita.
Il marchio No Cap è stato creato per rendere riconoscibile al consumatore un prodotto etico a garanzia del rispetto dei diritti dei lavoratori. E’ riconosciuto solo ai prodotti (non all’azienda) ottenuti con l’impiego di lavoratori assunti nel rispetto della normativa nazionale, che regola i contratti di lavoro agricolo, e dopo il superamento di accurati controlli nelle aziende.
Consigli consapevoli
Prediligiamo i prodotti contrassegnati dal marchio No Cap – i cibi, scelti con grande attenzione e consapevolezza per la loro qualità e il basso impatto ambientale devono inevitabilmente rispettare i lavoratori che li producono.
yvan sagnet è presidente e fondatore di No Cap.
No Cap non è solo un brand, un simbolo di eticità, bensì un progetto ampio che prende in considerazione altri aspetti riguardanti i lavoratori: assistenza legale, supporto nella ricerca di alloggi dignitosi, messa a disposizione di mezzi per un trasporto in sicurezza da e verso i campi.