Portulaca oleacea, pianta povera dal bellissimo nome volgare: erba porcellana

Forse non ci abbiamo mai fatto caso ma i nostri orti e giardini sono ricchi di una pianta silenziosa, nutriente e benefica per i terreni e per le persone.

La Portulaca cresce spontaneamente, ed è considerata una infestante. In realtà protegge i suoli degli orti dalla disidratazione perché pian piano ricopre gli spazi “vuoti” tra gli ortaggi e tra i fiori. Ho scoperto che le foglie di portulaca sono ricche di proteine, che possono raggiungere percentuali fino al 40% del peso secco, oltre che di vitamine e minerali. Ma è nota soprattutto per la presenza di acidi grassi essenziali omega-3, dalle proprietà antinfiammatorie e utili per la prevenzione di malattie cardiovascolari.

Ha gambo succulento e foglie carnose, un sapore leggermente acidulo e sapido che si differenzia dalle piante commestibili a cui siamo abituati.

L’ho trovata ieri nell’aiuola del mio condominio, un’aiuola semi abbandonata che in primavera regala fiori a rotazione, cominciando dai tulipani, gli iris, le magnifiche calle, ma anche i fiori di aglio, una meraviglia, che oltretutto ci ha salvato l’umore nella splendida primavera del 2020, durante la pandemia.

Quella di ieri era una portulaca giovane, da poco germogliata per le abbondanti piogge (aimè), perfetta per un pesto originale. Gli ingredienti, gli stessi di tutti i pesti, ma è proprio lei a fare la differenza: olio, pinoli o comunque frutta secca, un po’ di sale (poco perchè la portulaca è già sapida), aglio per chi vuole e parmigiano.

Le foglioline si possono utilizzare nelle insalate, i gambi sono perfetti per le zuppe, oltretutto è ricca di mucillagine per cui aiuta anche ad addensare. La portulaca va benissimo per essere spadellata ma anche in agrodolce, come accompagnamenti,  oppure come ingrediente principale di una frittata. Le parti verdi della pianta si possono far essiccare, così da poter essere conservate e consumate durante l’inverno!

 
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