Una lunga giornata alle spalle. È giunto il momento di rilassarci, con la prospettiva di una cena deliziosa accompagnata da un calice di vino: scegliamo con cura la bottiglia, la stappiamo, versiamo il vino, ma…sa di tappo!
Questo difetto purtroppo può colpire qualsiasi tipo di vino: bianco o rosso, frizzante o fermo, giovane o invecchiato, tutti, indipendentemente dal pregio e dal costo. La molecola responsabile dell’alterazione è il TCA, prodotto di una serie di reazioni chimiche che avvengono all’interno dei pori del tappo, quando il fungo parassita della quercia da sughero, l’Armillaria Mellea, si combina con il cloro presente negli ambienti di lavorazione. E il danno è presto fatto!
Se fossimo al ristorante, potremmo farlo presente all’oste e la bottiglia verrebbe sostituita, ma siamo a casa nostra, cosa possiamo fare? Innanzitutto aprire una bottiglia di riserva e riprendere da dove eravamo rimasti. Il secondo passo è ricordarci di comunicarlo all’enoteca dove l’abbiamo acquistata, o se possibile segnalarlo direttamente al produttore. Infine, da veri sostenitori del recupero, dobbiamo trovare una soluzione alternativa a quella di svuotare la bottiglia nel lavandino.
È un vero peccato buttarlo via, ma come posso usarlo?
Intanto è bene sapere che il vino che presenta questo difetto non è dannoso per la nostra salute, quindi possiamo consumarlo in totale sicurezza. Il miglior modo per utilizzare in cucina un vino con questo problema è in una ricetta che richieda una cottura prolungata, che, infatti, porterebbe l’odore fastidioso ad evaporare. Pronti a metterci ai fornelli? La soluzione potrebbe essere usarlo in una ricetta per aromatizzare carne, pesce, verdure, o sughi durante la cottura, in modo da far svanire lo sgradevole sentore di tappo.
Usiamo un vino rosso per la marinatura della selvaggina, e per la successiva fase di cottura, che solitamente ha una durata piuttosto lunga per le carni selvatiche. Un altro suggerimento è di reimpiegare il vino nella preparazione di una semplicissima salsa, che richiede di farlo consumare in un pentolino insieme a qualche cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale e pepe finché non si addensa. Un vino bianco invece può arricchire pietanze a base di pesce, o possiamo usarlo nella cottura in tegame o in forno per il pollo o il maiale.
Se invece vogliamo coccolarci sorseggiando una bevanda calda, possiamo trasformarlo in un vino aromatizzato! Il tradizionale vin-brûlé potrebbe fare al caso nostro: si tratta di far bollire per circa 15 minuti il vino rosso, arricchito di un mix di spezie e aromi, insieme allo zucchero. Per una versione più leggera ma non meno profumata, possiamo prepararlo con il vino bianco seguendo lo stesso procedimento.
Nel caso in cui il sentore di tappo non fosse troppo marcato, potremmo provare ad usarlo in un cocktail a base vino, mischiandolo con altre bevande e alcolici: ad esempio noi l’altro giorno abbiamo preparato uno Spritz con vino bianco, un po’ di acqua gassata e un tocco di Campari, per un aperitivo del Recupero!
E dove lo butto il tappo di sughero?
La soluzione più sostenibile è quella di non gettarlo nella spazzatura ma di portarlo in appositi centri di raccolta, come si fa per i più comuni tappi in plastica. In base alla zona dove vivi, cercando su internet puoi trovare le diverse associazioni che aderiscono a progetti di raccolta dei tappi di sughero. Il sughero è un materiale ecologico e biodegradabile: gli si può dare nuova vita utilizzandolo per produrre altri tappi di riciclo, come si sono impegnate a fare alcune aziende del settore; oppure si può riutilizzare nel campo della bioedilizia, del design, o dell’architettura. Ricicliamolo nel modo giusto!
