Benso è una baracchina. Si, ma non è una baracchina come ve la potete immaginare. In effetti Benso nasce da una idea semplice, quella di aprire una baracchina appunto, per piadine gourmet. Poco alla volta l’idea si è trasformata e la baracchina è diventata un ristorante di alta cucina in una scatola di vetro nei giardini della piazza del mercato di Forlì. Insomma, un posto unico e una idea davvero originale. Ma le cose non si fanno da sé e l’idea sarebbe rimasta tale se i loro ideatori non si fossero incontrati (a volte scontrati) e avessero messo sul piatto le proprie esperiente e i propri sogni.

Loro si definiscono un progetto collettivo di pubblica ristorazione. Jacopo, Maicol e Simone approdano al progetto di Benso con alle spalle anni di consolidata vita nella ristorazione. Dicono: “Diverso da Don Abbondio, BigBar e Locanda Appennino e allo stesso tempo simile ad ognuna di loro: genuino e contemporaneo”

Con gli amici di Benso condividiamo la passione per quello che facciamo, l’amore per le cose fatte bene, l’entusiasmo nel sapere che stiamo facendo le cose giuste, e l’attitudine ai progetti aperti, in evoluzione. A questo aggiungiamo l’amore per la buona cucina, che poi è il filo conduttore del nostro lavoro, una naturale inclinazione per il quinto quarto di animali e piante, che da soli inventano e reinventano la tradizione, senza dimenticare la ricerca della qualità assoluta purché assicurata da prezzi equi.

La cucina è pensata da Piergiorgio Parini “lo chef cercatore” che purtroppo lunedì non era con noi, ma insieme a Davide Grumbianin, lo chef resident, ha preparato il menù perfettamente allineato con la filosofia dei tempi di recupero.

 
Menù di lunedì 10 dicembre 2018
  • Ossa di lombo con sale grosso, saba e puntarelle
  • Minestra di riso in brodo con l’uovo
  • Testina di manzo con cardi
  • Bustrengo

Coincidenza vuole che alla serata abbiano partecipato molti dei produttori che aderiscono al progetto ANsomigaFORA: un altro gruppo di sognatori che dal 2013 producono vino che fermenta e affina in anfore georgiane, inizialmente guidati dai produttori della Georgia, ora sperimentano in autonomia le possibilità di questo contenitore, nuovo per noi ma antichissimo. La parte del leone del progetto la fanno i vini ovviamente, ma la parte che maggiormente ci entusiasma è la collaborazione e la forza del gruppo che ne emerge. L’accompagnamento enologico è venuto da sé!