Heartbreaker Burger

Cristiano Meneghin è un ragazzo italiano che fa street food di quinto quarto a Londra. La sua azienda si chiama Tongue’n cheek e fa piatti di ispirazione italiana. Solo a leggere il sito viene l’acquolina in bocca, ma è l’entusiasmo di Cristiano che contagia e fa venir voglia di prendere un aereo, insieme agli altri infiniti motivi per visitare Londra.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci uno dei suoi cavalli di battaglia, l’hamburger di cuore di bue, e non stiamo parlando di pomodoro.

Nel 2012 mi è stato chiesto di creare un piatto di street food per un evento sul quinto quarto che avesse lo scopo di promuovere l’uso di tagli di carne poco utilizzati o di scarto. Sono un grande fan del cuore di bue quindi ho deciso di usare questo taglio.

Il cuore di bue è comunemente affettato sottile, eventualmente marinato e grigliato, o usato negli stufati. A quel tempo mentre parlavo con alcuni macellai a Londra, ho capito che il cuore di bue era anche tradizionalmente macinato insieme ad altri tagli di carne di prima scelta per fornire più sapore e ridurre i costi, quindi il suo uso non è stato né promosso né dichiarato.

Abbiamo pensato quindi di camminare in una direzione completamente diversa fornendo un hamburger dove il cuore di bue fa parte dei tagli principali e il motivo per cui l’hamburger ha un sapore così buono.

Il burger di Heartbreaker ha un solo ingrediente: il manzo. Usiamo una combinazione di 40% di carne secca stagionata da razze autoctone, 40% di cuore di bue e 20% di grasso di manzo invecchiato asciutto, così semplice e delizioso insieme.

Abbiamo deciso di usare il cuore di bue abbinato alla carne di manzo invecchiata, perché gli hamburger hanno un sapore incredibilmente beefer e sono più succosi, fondamentalmente migliori. Il fattore gusto è essenziale e rende questo hamburger efficacemente sostenibile a 360°

Credo che “se uccidi un animale, specialmente per scopi commerciali, devi rispettarlo e cercare di usare tutte le sue parti”.
“Il gusto è buono ed è per questo che lo uso”. A mio modesto parere questo è il modo migliore per introdurre le persone all’uso del quinto quarto (della carne e dei vegetali) o ad un ingrediente trascurato e non convenzionale, dove l’anticonformismo è il più delle volte legato alla non-conoscenza del prodotto.

Non sappiamo più quanto è buono il cuore di bue o non sappiamo più quanto sia buono, gustoso e versatile il pane raffermo se usato correttamente.