Vino e Vignaiolo del Recupero
Pensiamo al vignaiolo del recupero come custode di tradizioni e della terra e del territorio, protagonista in vigna e di un racconto che è storia, memorie di luoghi e di persone.
Il vignaiolo del recupero è a pieno titolo protagonista di questo cambiamento all’interno di Tempi di Recupero!

I vignaioli del recupero hanno le conoscenze e capacità necessarie per mettersi in gioco con vini e prodotti attenti alla sostenibilità e al territorio.
Come conseguenza diretta, l’associazione del nome dell’azienda del vignaiolo ai Tempi di Recupero, garantirà di per sé la vera artigianalità dei vini prodotti, oltre che la ricerca e la passione di coloro che li realizzano.

Un vino può definirsi del recupero se:
- Nasce da un vitigno autoctono che sia a rischio di scomparsa (ad esempio, Nascetta, Temarina, Centesimino Pellagrello).
- Se il vitigno autoctono non è rischio scomparsa (ad esempio, Nebbiolo, Sangiovese o Fiano), anche se incluso in blend, deve recuperare una tradizione in campo e/o in vinificazione (ad esempio: in cantina le anfore o i contenitori di cemento o la bottiglia per rifermentazioni, in vigna utilizzo degli sfalci, o utilizzo di antiche e non convenzionali forme di coltivazione della vite) e/o essere figlio dalla riconquista di terreni e/o vitigni abbandonati, in zone estreme, preservando il paesaggio e salvaguardando il territorio.
Un vignaiolo può definirsi del recupero se:
01.
Ha almeno un vino del recupero.
04.
Se utilizza i prodotti a fine ciclo di vita: vinacce, utilizzo dei compostaggi.
02.
Se valorizza i vitigni autoctoni, anche se con una produzione parziale di vitigni internazionali.
05.
Resta punto primario il rispetto del lavoro delle persone e la promozione della inclusività sociale.
03.
Se usa pratiche sostenibili in vigna, con forte attenzione al rispetto della terra e alla riduzione della chimica.