Oggi più che mai siamo chiamati a riprogettare il nostro futuro, a rivedere i ruoli culturali, sociali ed economici e a riflettere su quale sia il mondo che vogliamo (ri)costruire. Per questo riteniamo ancora più importante impegnarsi per perseguire pratiche sostenibili in cucina, ma anche nelle azioni quotidiane e nello sviluppo della società. Vogliamo quindi celebrare due date importantissime: il 5 e il 6 giugno. La prima è il World Environment Day – la Giornata Mondiale dell’Ambiente -, mentre la seconda festeggia il Global Degrowth Day – la Giornata Mondiale della Decrescita.
Nel 2020 Tempi di Recupero è diventata un’associazione culturale, e questo rinnovato impegno ci ha fatto riflettere sulla funzione e l’impatto che vuole avere. Motivo per cui l’associazione è allineata con gli ideali e gli obiettivi delle due giornate che si celebrano in questi giorni.
World Environment Day (5/06)
La Giornata Mondiale dell’Ambiente è una festività che nasce nel 1972 – celebrata per la prima volta il 5 giugno del 1974 – in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. L’UNEP – United Nations Environment Programme – è l’organismo internazionale che si è prefissa l’obiettivo di promuovere la tutela ambientale e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali.
Ogni anno il World Environment Day si celebra con eventi ed iniziative in un paese ospitante e un tema principale da affrontare. Il 2020 è l’anno della Colombia ed il tema scelto è la biodiversità, oltre all’immancabile focus su inquinamento atmosferico e cambiamento climatico. Time for Nature è il motto che vuole portare all’attenzione internazionale la tutela degli ecosistemi e delle forme di vita che li compongono. Ad oggi infatti, su un totale di circa 8,7 milioni di specie, circa un milione risulta a rischio estinzione per colpa della degradazione dei loro habitat.
Global Degrowth Day (6/06)
Il 6 giugno è la Giornata Mondiale della Decrescita: per una buona vita per tutti. In questo anno di grande stravolgimenti è più importante che mai farsi sentire, per promuovere il messaggio di non tornare alla normalità, in quanto era la normalità stessa il problema. Saranno organizzati eventi pubblici in tutto il mondo per di diffondere alternative ad una società basata sulla “crescita”.
Citando il Movimento per la Decrescita Felice “La decrescita non è soltanto una critica alle assurdità di un’economia fondata sulla crescita della produzione, ma si caratterizza come un’alternativa radicale al suo sistema di valori. Nasce in ambito economico, lo stesso ambito in cui è stata arbitrariamente caricata di una connotazione positiva la parola crescita, ma travalica subito in ambito filosofico. È una rivoluzione culturale che non accetta la riduzione della qualità alla quantità, ma fa prevalere le valutazioni qualitative sulle misurazioni quantitative. Non ritiene, per esempio, che la crescita della produzione di cibo che si butta, della benzina che si spreca nelle code automobilistiche, del consumo di medicine, comporti una crescita del benessere perché fanno crescere il prodotto interno lordo, ma li considera segnali di malessere, fattori di peggioramento della qualità della vita”.
E ancora: “La decrescita non è la riduzione quantitativa del prodotto interno lordo. Non è la recessione. E non si identifica nemmeno con la riduzione volontaria dei consumi per ragioni etiche, con la rinuncia, perché la rinuncia implica una valutazione positiva di ciò a cui si rinuncia. La decrescita è il rifiuto razionale di ciò che non serve”.